Рефераты. Синтаксические и функционально-семантические особенности употребления условного наклонения в итальянском языке






comunisti (L. Sciascia, Le parrocchie di Regalpetrd);

allo scoccare della mezzanotte l'assassino entrava di soppiatto in casa

delle vittime;

al ventisettesimo minuto della ripresa il centravanti raccoglieva un abile

invito del numero 10 e metteva in rete.

Talvolta l'imperfetto puт assumere valori modali diversi da quelli propri

dell'indicativo. Si distingue in particolare:

1. un imperfetto ipotetico:

facevi meglio a stare zitto; potevano anche dircelo prima.

Quest'uso и comune soprattutto nel parlato; in una varietа piщ formale di

lingua troviamo invece il condizionale passato {facevi = avresti fatto;

potevano = avrebbero potuto);

2. un imperfetto irreale: si ha ogniqualvolta il tempo verbale serve a

sottolineare un distacco dalla realtа e la creazione di un universo

fittizio. И tipico delle narrazioni di sogni o della trama di un'opera

letteraria:

poi entravo in un'enorme sala a specchi: dopo alcuni secondi le pareti

iniziavano a muoversi verso di me...

e nel cosiddetto imperfetto Indico, comune nelle affabulazioni dei bambini:

Allora, facciamo che io ero il papa e tu la mamma;

3. un imperfetto attenuativo, a cui si ricorre in particolare con il verbo

volere e sinonimi, per conferire un tono di cortesia o di attenuazione del

valore iussivo di una richiesta; si immagini il seguente dialogo tra un

salumiere e una cliente, in cui chiaramente i due imperfetti non hanno

valore temporale:

- Cosa desiderava signora?

- Mah, volevo due etti di prosciutto.

Nel secondo caso l'imperfetto puт essere adeguatamente sostituito dal

condizionale presente.

Il passate prossimo. Questo tempo composto, formato dal presente di un

ausiliare (essere o avere) e dal participio passato del verbo, esprime un

fatto compiuto nel passato, ma che ha una qualche relazione col presente, o

perchй l'evento descritto perdura nel presente:

due giorni fa ho preso una brutta influenza (e ancora ne soffro);o perchй

perdurano gli effetti dell'evento descritto:

Marco и nato il 21 settembre del 1943;

ho imparato l'inglese durante un soggiorno di studio negli Stati Uniti;

per quanto riguarda il primo esempio и significativo il fatto che si usi il

passato prossimo per indicare la nascita di un personaggio ancora vivente,

ma sia d'obbligo il passato remoto per indicare il dato biografico di un

defunto:

Manzoni nacque nel 1785.

Anche senza l'accompagnamento di avverbi o di locuzioni avverbiali, il

passato prossimo puт equivalere in qualche caso a un futuro anteriore,

presentando il fatto come compiuto nel futuro:

un ultimo sforzo e ho finito (= avrт finito).

II passato remoto. Indica un'azione conclusa nel passato, prescindendo dal

suo svolgimento e dai suoi eventuali rapporti col presente. Si noti la

differenza tra:

1. Mora via scrisse Gli indifferenti dal 1925 al 1928;

2. Moravia scriveva Gli indifferenti tra il 1925 e il 1928;

3. Moravia ha scritto Gli indifferenti.

Nella frase 1 il passato remoto scrisse mette in rilievo l'aprirsi e il

chiudersi dell'azione, il suo inizio e la sua fine. Nella frase 2

l'imperfetto scriveva sottolinea lo svolgimento dell'azione entro i limiti

temporali indicati. Nella frase 3 il passato prossimo ha scrмtto esprime

insieme la compiutezza dell'azione e la sua "attualitа": Moravia и autore

di questo libro, questo libro esiste, possiamo leggerlo.

Nella lingua contemporanea il passato remoto viene spesso sostituito dal

passato prossimo: l'anno scorso sono andato a Venezia. Particolarmente nel

parlato, il prevalere del passato prossimo rispetto al passato remoto si

giustifica con l'esigenza di avvicinare i fatti al momento della

narrazione, con ragioni cioи di immediatezza espressiva. Si noti che questo

uso del passato prossimo al posto del passato remoto, ora sempre piщ

generalizzato, и tipico dell'Italia settentrionale; nel meridione si

ricorre invece al passato remoto anche riferendosi a fatti avvenuti in un

tempo vicinissimo al presente: arrivai un quarto d'ora fa.

Il trapassato prossimo e il trapassato remoto. Il trapassato prossimo(o

piuccheperfetto), formato dall'imperfetto di un ausiliare (essere o avere)

e dal participio passato del verbo, indica un fatto del passato, anteriore

a un altro fatto pure del passato:

mi ero appena addormentato, quando bussarono alla porta.

Il trapassato prossimo puт assumere valori modali diversi da quelli propri

dell'indicativo:

1. trapassato prossimo ipotetico, usato colloquialmente nell'apodosi del

periodo ipotetico, in luogo del condizionale passato.

se non mi fossi ammalato a quest'ora avevo giа terminato gli esami;

2. trapassato prossimo attenuativo:

Buongiorno, ero venuto per chiederle una cortesia.

Questi valori modali, che ricalcano in parte quelli dell'imperfetto, sono

dovuti con ogni probabilitа all'influsso dell'ausiliare del trapassato

prossimo, coniugato all'imperfetto indicativo.

Il trapassato remoto, formato dal passato remoto di un ausiliare (essere o

avere) e dal participio passato del verbo, indica un fatto anteriore al

passato remoto. Il trapassato remoto ha un uso piщ limitato del trapassato

prossimo; infatti, mentre questo si puт incontrare sia nelle proposizioni

principali sia nelle proposizioni subordinate, il trapassato remoto oggi si

trova solo nelle proposizioni temporali introdotte da quando, dopo che, non

appena, appena (che):

non appena se ne fu andato, vennero a cercarlo.

II futuro semplice e il futuro anteriore. Il futuro semplice indica un

fatto che deve ancora verificarsi o giungere a compimento:

arriverт domani; terminerт il lavoro entro una settimana.

Il futuro semplice puт assumere valore di imperativo:

farete esattamente come vi ho detto; imparerai questa poesia a memoria.

Il futuro anteriore, formato dal futuro semplice di un ausiliare (essere o

avere) e dal participio passato del verbo, indica un evento futuro,

anteriore a un altro pure del futuro; и quindi una sorta di "passato nel

futuro":

quando lo avrai visto, te ne renderai conto.

Sia il futuro semplice sia il futuro anteriore possono indicare un dubbio,

una supposizione o una deduzione del parlante:

hanno bussato alla porta, sarа Marco;

a occhio e croce questa pizza peserа due etti;

quando и iniziato lo spettacolo saranno state le nove;

in questo caso il futuro ha valore modale, non temporale, come si evince

dal fatto che i verbi degli esempi riportati non esprimono posterioritа.

Tempi del congiuntivo:

I tempi del congiuntivo sono quattro: presente, imperfetto, passato,

trapassato.

II congiuntivo viene usato soprattutto nelle proposizioni dipendenti. In

quelle indipendenti - nelle quali il congiuntivo puт esprimere volontа,

dubbio, concessione - i due tempi semplici (presente e imperfetto) si usano

con riferimento al presente:

dica

pure cio che vuole

dicesse

I due tempi composti (passato e trapassato) si usano invece con riferimento

al passato:

sia

che gia partito?

fosse

Per la scelta del tempo nelle proposizioni dipendenti, si veda il capitolo

della sintassi.

Tempi del condizionale:

II condizionale ha due tempi: uno semplice, il presente, e uno composto, il

passato. Col presente si indica l'eventualitа nel presente, col passato

l'eventualitа nel passato:

vorrei

rivederti

avrei voluto

Tempi dell’imperativo:

L'imperativo ha due tempi, il presente e il futuro:

esci subito di quii; farai quello che dico io!

L'imperativo manca della prima persona singolare.

Tutte le voci dell'imperativo sia presente sia futuro coincidono con quelle

del presente e del futuro di altri modi; solo i verbi appartenenti alla

prima coniugazione hanno la seconda persona singolare dell'imperativo

presente che non puт essere confusa con la seconda persona di nessun altro

tempo: studia, mangia, parla.

Nella forma negativa, la seconda persona singolare dell'imperativo presente

si esprime con l'infinito presente preceduto dalla negazione non:

non cantare, non correre, non partire.

Tempi dell’infinito:

I tempi dell'infinito sono due: uno semplice, il presente (andare, vedere,

finire): e uno composto, il passato (essere andato, aver visto, aver

finito).

L'infinito si usa soprattutto in frasi subordinate: il presente indica un

rapporto di contemporaneitа o di posterioritа rispetto al tempo del verbo

della reggente; il passato indica un rapporto di anterioritа:

dice

di conoscerlo, di volerlo conoscere

diceva.

dice

di averlo conosciuto.

diceva

Preceduto dalla negazione non, l'infinito presente puт acquistare il valore

di imperativo:

non farlo!; non dire sciocchezzel; non ridere.

Ha lo stesso valore, anche senza la negazione, in avvisi, cartelli,

insegne:

tenere la destra; moderare la velocitа; gettare i rifiuti nel cestino.

Spesso l'infinito presente svolge la funzione di sostantivo:

tra il dire e il fare c'и di mezzo il mare

e si pensi a infiniti come dovere, piacere, avere, trasformatisi in

sostantivi forniti anche di plurale: il dovere/i doveri; il piacere/i

piaceri; l'avere/gli averi.

Tempi del participio:

II participio ha due tempi: il presente e il passato.

Come gli aggettivi in -e, il participio presente ha una forma per il

maschile e il femminile singolare {amante, vincente, partente) e una per il

maschile e il femminile plurale (amanti, vincenti, partenti). И usato

sempre piщ raramente nel suo valore verbale; participi quali ardente,

splendente, avvincente, arrogante, sorrмdente o quali studente, cantante,

insegnante, emigrante, dirigente sono oggi sentiti soltanto come aggettivi

e sostantivi.

Il participio passato si comporta come gli aggettivi in -o: lodato, lodata,

lodati, lodate. Si usa insieme con gli ausiliari essere e avere nelle forme

composte della coniugazione verbale: sono andato, hai visto, и preso.

Ha spesso funzione di aggettivo o di sostantivo:

uno stimato professionista, il candidato eletto; l'imputato, i vinti, uno

sconosciuto.

Ilparticipio passato ha valore attivo con i verbi intransitivi:

partiti di mattina, arrivarono a notte fonda (paniti = essendo partiti,

sebbene fossero partiti);

ha invece valore passivo con i verbi transitivi:

non mi piace la minestra riscaldata (riscaldata = che и stata riscaldata).

Tempi del gerundio:

II gerundio ha due tempi: il presente (cantando, leggendo, udendo) e il

passato (avendo cantato, avendo letto, avendo udito).

Il gerundio presente trova impiego in proposizioni subordinate, dette

appunto gerundive:

discutevamo camminando,

dove camminando и una gerundiva con valore temporale (= mentre

camminavamo).

Contribuisce a formare le perifrasi verbali andare + gerundio e stare +

gerundio, che esprimono un'azione progressiva e durativa, considerata cioи

nel suo progredire e nella sua durata:

il tempo va migliorando, sto studiando.

Molti gerundi presenti hanno subito un processo di nominalizzazione:

laureando, reverendo e, nel linguaggio musicale, crescendo, diminuendo.

Il gerundio passato non и molto usato; in genere viene sostituito con frasi

esplicite: si dice и stato promosso perchй ha studiato piuttosto che avendo

studiato и stato promosso.

II. L’uso del modo CONDIZIONALE

Il condizionale prйsenta l'azione o il modo di essere come eventuali-

ipotetici; e cioи come realizzabili, nel prйsente o nel passato, ma

subordinatamente a determinati condizioni o condizionamenti che possono

essere espressi o sottintesi. Tali condizioni o condizionamenti sono per lo

piu indipendenti dalla volontа di chi parla o scrive (ne sia o no egli il

soggetto grammaticale) e possono risultare: o giа ben definiti ed esistenti

o supponibili oppure suggeriti da opportunitа di adattamento

comportamentale a specifici aspetti situazionali. Sul genere di

potenzialitа di tali presupposti (sintatticamente: protasi), chi parla o

scrive valuta il grado di probabilitа di realizzazione dei fatti che ne

dovrebbero conseguire (sintatticamente: apodosi),e, nell'esprimerli,

mediante il condizionale manifesta (o tradisce) l'atteggiamento mentale o

psicologico del consapevole distacco o del sospeso possibilismo o della

cauta esitazione.

Per esemplificare: apodosi: Vorrei parlarle (protasi: se ha un po' di

tempo). - Ci verrei anchio (se non ti disturbo). - Fumerei volentieri

qualche sigaretta ogni tanto (ma qui и proibito). - Carlo si starebbe per

laureare (se и vero quel che si dice). - lo (se fossi stato al tuo posto)

non gli avrei dato retta. - Sarebbe venuto allй cinque (mancano ancora due

ore //oppure: ormai и mutile aspettarlo). - Sarei partito ieri // domani

(ma non ho trovato posto in aereo).

Sia al prйsente che al passato, il condizionale puт esprimere

l'atteggiamento di prudente presa di distanza (condizionale di

distanziamento) di chi narra fatti e fa anche intendere di non avere

diretta o comunque piena conoscenza; o magari di non volere essere in

nessun modo coinvolto. E' questa la tipica modalitа di chi, anche per

professione, come il giornalista, и costretto a interessarsi di vicende di

particolare delicatezza e responsabilitа:

- Carlo Rossi sarebbe stato messo in prigione. (come a dire: se и vera

la notizia che ho sentito, Carlo Rossi...)

- Seconde l'accusa (...) la maggior parte delle apparecchiature

sarebbero state residuati di guerra (...). (in 'La nazione', 5-9-1976).

- Ayrton Senna sembrerebbe escluso dal prossimo campionato (...). II

condizionale и d'obbligo perchй in realta la attuale azione potrebbe ancora

mutare (...). (C. Marincovich, in la 'Repubblica' [sport], 11-2-1992) (qui

l'autore stesso, giustifica l'uso del condizionale come segnale di

opportune atteggiamento prudenziale).

L'idea di intenzionalitа, di disponibilitа legata al condizionale

consente che il tempo passato serva a esprimere il rapporte di posterioritа

dei fatti narrati rispetto a un punto di riferimento collocato nel passato

(futuro del [nel] passato):

- (Carlo dice che finirа entro un'ora [= che ha intenzione di

finire...]) -«Carlo disse che avrebbe finito entro un'ora. (= che aveva

intenzione di finire...)

- Certe volte (...) ho pensato che Sciarmano sia stato il primo a

sapere che io sarei nata (...). (M. Di Lascia, Passaggio in ombra').

- (...), mi dicevo che presto Io avrei riavuto tutto per me (...). (M.

Di Lascia, cit.).

In questi casi, specie (ma non solo) nei registri linguistici meno

sorvegliati, si puo usare, in alternativa, L’indicativo imperfetto :

- Carlo disse che finiva (= avrebbe finito) entro un'ora.

Nel seguente esempio, per il futuro nel passato, si noti l'uso del

condizionale passato e dell'imperfetto nei due segmenti di una frase

temporale scissa per enfasi:

- (...) a quel punto gli chiedeva quando sarebbe stato che la mamma la

mandava a conoscere la nipote. (M. Di Lascia, cit.)

Per la stessa idea di intenzionalitа, il condizionale passato puo

anche esprimere fatti desiderati o progettati per il reale

futuro ma dei quali giа nel prйsente si conosce la irrealizzabilitа essendo

nota lacondizione impediente. Ne risulta dunque un periodo ipotetico dйlla

irrealtа che ha l'apodosi collocata nel passato:

- So che domani vai a Roma. Ci sarei venuto anch'io, ma ho da fare

(oppure: se non avessi da fare).

- Una volta nella nostra cappella tenevano messe anche per il

pubblico. Quest'anno no. Saresti venuto, vero? (G. Arpino, 'La suora

giovane').

Anche in questi casi и possibile l'uso alternativo dell'indicativo

imperfetto :

- A Roma domani ci venivo anch'io se non avessi da fare(Moravia).

E' forse utile tornare a riflettere un po' su quel gйnиre particolare di

condizionamenti come "suggeriti da opportunitа o nйcessita di adattamento

comportamentale a specifici aspetti situazionali", che, pur non

esplicitati, ciascuno di noi intuisce, avere, cogliere, e in base ai quali

(riluttante o no) regola il proprio modo di comportarsi. Tali aspetti

variano col variare a) delle situazioni (piщ formali, meno formali, non

formali), b) della funzione comunicativa (narrativa, espressiva, conativa,

imperativa ...) o c) (forse piщ spesso) degli interlocutori (e in base al

loro ruolo sociale, all'etа, al sesso, al loro contingente stato urnorale,

allй loro azioni e reazioni). Sono tipi vari di condizionamenti che,

dettati in gйnиre dal desiderio o comunque dalla nйcessita di stabilire

armonia di rapporti, non solo comunicativi, determinano le nostre scelte (o

stratйgie) di comportamento, e dunque anche linguistiche.

E' cosi che si puт spiegare, ad esempio, una frase come la seguente

formulata da chi desiderasse far conoscere la propria casa a qualcuno:

"Questa sarebbe la mia casa". Come 'sarebbe'? E' o non и? E', naturalmente,

ma rapporte di cortesia suggerisce che la brusca referenzialitа

dell'indicativo si attenui nel senso di conciliante garbatezza del

condizionale. Mediante il quale il parlante sembra quasi subordinare la

vйritа di quanto afferma al punto di vista, all'approvazione o

disapprovazione del suo interlocutore: che rappresenta un condizionamento

non trascurabile.

Situazioni comunicative analoghe, soprattutto parlate, ricorrono con

assoluta quotidianitа. E il condizionale vi appare lo strumento

pragmatico , tipico di un rapporte che predilige i modi dйlla conciliante

offerta o richiesta di disponibilitа, della garbata proposta, dйlla

discreta esitazione, dйlla valutazione rispettosa e misurata, dйlla

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